Premesso che:
il glifosato è un principio attivo diserbante sistemico di post emergenza ad assorbimento per via fogliare (che successivamente trasloca in ogni altra posizione della pianta), ampiamente utilizzato in cerealicoltura, frutticoltura e orticoltura, per combattere le erbe infestanti che competono con le colture, ed in usi civili, tra l'altro, per mantenere sgombre da infestanti superfici finalizzate ad infrastrutture viarie e ferroviarie;
allo stato il suo utilizzo è permesso fino al 15 dicembre 2022, in quanto il regolamento di esecuzione (UE) n. 2017/2324 della Commissione del 12 dicembre 2017 "rinnova l'approvazione della sostanza attiva glifosato, in conformità al Regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, e che modifica l'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione" fino a tale data, "a condizione che sia autorizzato dagli Enti Nazionali a ciò preposti dopo una valutazione in termini di sicurezza", ciò significa che può essere utilizzato come principio attivo nei prodotti fitosanitari solo fino a tale data;
nel 2019 il "gruppo per il rinnovo del glifosato" (GRG), un gruppo di aziende che chiede di rinnovare l'approvazione all'utilizzo della sostanza nell'Unione europea, ha formalmente presentato domanda di rinnovo dell'approvazione alla scadenza del periodo di validità che terminerà alla fine del 2022. Tale domanda ha dato il via all'iter formale di valutazione per il rinnovo previsto dalla legislazione europea;
premesso inoltre che:
le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70 per cento dell'impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35 per cento della produzione globale di cibo e svolgono una funzione strategica per la conservazione della flora, contribuendo al miglioramento ed al mantenimento della biodiversità. Una diminuzione delle api può quindi rappresentare una notevole minaccia per gli ecosistemi naturali in cui esse vivono, nonché per la qualità delle produzioni agricole;
nel corso degli ultimi anni sono state registrate centinaia di segnalazioni di mortalità o spopolamenti di alveari, con presenza di principi attivi di prodotti fitosanitari, rinvenuti nelle diverse matrici apistiche. I dati registrati non rappresentano tuttavia la totalità degli eventi di moria delle api e di spopolamento degli alveari verificatisi nello stesso periodo sul territorio nazionale, in quanto spesso gli apicoltori non denunciano tempestivamente e non sempre i casi per timore di controlli e sanzioni. Le cause di mortalità anomale, secondo le informazioni fornite dalla rete di monitoraggio "BeeNet" (progetto nazionale di monitoraggio degli alveari e dell'ambiente, promosso e finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in collaborazione con altre istituzioni, enti di ricerca e università, tra i quali: CRA-API, università di Bologna, SIAN, IZSVE e altri), possono essere attribuibili sia ad avvelenamento da pesticidi sia all'azione di diversi patogeni delle api;
rilevato che:
da un recente studio di un team di ricercatori dell'università di Austin in Texas pubblicato su PNAS ("Proceedings of the National academy of sciences of the United States of America") risulterebbe che il glifosato sconvolgerebbe la comunità batterica intestinale delle api;
secondo lo studio dell'Accademia cinese delle scienze agricole di Pechino e del Chinese bureau of landscape and forestry, sarebbero stati riscontrati diversi effetti negativi sulle api mellifere esponendole al glifosato, in particolare la memoria delle api sarebbe "significativamente compromessa dopo l'esposizione a Roundup", suggerendo che l'esposizione cronica delle api mellifere al famigerato erbicida "può avere un impatto negativo sulla ricerca e la raccolta di materia prima e sul coordinamento delle attività di foraggiamento" per la produzione del miele, e sulla capacità di "arrampicata" delle api, cioè la capacità di risalita degli impollinatori;
rilevato inoltre che:
da informazioni di stampa, che risulterebbero ricavate direttamente dal sito della Bayer, la multinazionale nel 2020 avrebbe accettato di pagare più di 10 miliardi di dollari per risolvere 95.000 controversie, dopo che la multinazionale aveva già chiuso centinaia di azioni legali, in cui agricoltori e cittadini accusavano il diserbante glifosate di averli fatti ammalare di linfoma non Hodgkin;
risulterebbe inoltre che Bayer nel 2021 abbia siglato un accordo accantonando ulteriori 2 miliardi di dollari per risolvere future cause a titolo di risarcimento e per coprire l'assistenza sanitaria e diagnostica sempre legate all'uso del glifosato;
risulterebbe ancora che il 14 maggio 2021 la Corte federale a San Francisco abbia respinto l'appello su una causa legale nata nel 2015, intentata dal californiano Edwin Hardeman, che aveva fatto uso del Roundup per diserbare i suoi campi (sentenza che a marzo 2019 aveva riconosciuto il glifosato come "fattore sostanziale" nell'insorgenza della malattia e condannato l'azienda a pagare un risarcimento di 80,8 milioni di dollari, poi ridotto a 25,3 milioni per questioni procedurali), confermandone il verdetto,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, oltre ad essere a conoscenza di quanto sopra, reputino necessarie azioni di monitoraggio del destino agricolo e ambientale di taluni prodotti fitosanitari, al fine di preservare e proteggere la vita delle api mellifere a lungo termine;
se, alla luce del fatto che il prossimo dicembre 2022 le autorità europee saranno chiamate a decidere sulla possibilità di futuro utilizzo di tale sostanza chimica, reputino necessario adottare, sulla base del principio di precauzione, misure atte ad evitare impatti negativi, non solo sulla qualità del settore agricolo, ed apistico nello specifico, ma anche sulla salute umana, proprio considerando il fatto che il lasciar compromettere la vita degli insetti impollinatori potrebbe, tra l'altro, compromettere la fecondità delle colture e diminuire in modo drammatico i raccolti, con pesanti conseguenze per l'agricoltura e per la qualità della vita.